Il figlio della macchina (Urania) by Kage Baker

Il figlio della macchina (Urania) by Kage Baker

autore:Kage Baker [Baker, Kage]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2023-10-10T12:00:00+00:00


Più tardi quel pomeriggio

«Wow, dovremo eliminare dall’organismo conservanti e tossine per settimane» commentò Mendoza, lanciando l’ultimo barattolo di pesche sciroppate ad Alec, che lo mise via. Avevano già riempito la dispensa. «E tutto quel cacao! Anche se mi piacerebbe andare da Ghirardelli. E poi dovremmo comprare altro tessuto al lanificio.»

“Il lanificio non c’è, in quest’epoca, mi spiace. Ma ci sono parecchi altri negozi utili.”

«Bene» disse Edward, prendendo il controllo. «Ci serviranno tanti tessuti quanti ne avevamo presi da quel poveretto nel 1855. E credo che in quest’epoca i vestiti confezionati siano molto più diffusi, giusto?»

“Certo. Mi sono inserito negli sportelli automatici, quindi per tutto il pomeriggio potrete ritirare tutti i soldi che vi servono. Un po’ di shopping, signora Checkerfield, che ne dici? E poi una cenetta romantica?”

«Ci servono anche diverse materie prime» intervenne Edward, allacciando l’ultimo bottone della camicia di Alec. Lui riprese al volo il controllo e la sbottonò di nuovo.

“Già fatto. Bisogna solo recuperarle nei magazzini a sud del Mercato. Non dovrete fare altro, domani, che andare in un posto a Lombard Street, prendere la macchina che ho noleggiato per voi e andare a recuperare il tutto. Semplice, no? Tre carichi e saremo a posto. Quindi, per questo pomeriggio potete rilassarvi. Il vecchio Capitano Morgan ha pensato a tutto.”

Sbarcarono e si godettero il pomeriggio romantico suggerito dal Capitano. Attraccarono con la scialuppa al molo municipale e andarono a piedi a Ghirardelli Square, dove Alec portò Mendoza in tutti i migliori negozi. Tre ore dopo, aveva rinnovato il guardaroba. Edward, inoltre, aveva preso il controllo quel tanto che bastava a scegliere abiti nuovi ed eleganti per Alec.

In questo modo, era difficile che attirassero l’attenzione, quando, carichi di buste e pacchi, entrarono da Ghirardelli’s. La cameriera all’entrata sembrò comunque piuttosto agitata, quando li accolse.

«Perdonatemi, devo chiedervi di attendere un attimo» disse. «Stiamo facendo delle pulizie.»

«C’è stato qualche problema?» domandò Edward, accigliandosi.

«Abbiamo dovuto chiamare un taxi per due persone ubriache.» La ragazza scosse la testa. «Intanto, volete vedere il menu?»

Dopo aver condiviso un sundae al cioccolato, Mendoza era un po’ su di giri, perciò uscirono dalla pasticceria e camminarono fino in fondo a Hyde Street, dove restarono a guardare la baia e le colline verdi. Alec abbracciò Mendoza e lei lo ricambiò. Poco dopo, lui si piegò a baciarla.

«Ehi, vi va un po’ di musica? Una serenata, magari?» propose un uomo di colore con una tromba. «Bisogna sostenere gli artisti, giusto?»

Alec alzò lo sguardo senza smettere di baciare Mendoza e cercò il portafogli. Lanciò una banconota all’uomo, che corse a prenderla e la esaminò per un attimo.

«Santo cielo! Per questa cifra, ve ne suono venti, di serenate! Cosa preferite? Del jazz? No! Lo so io» dichiarò, e cominciò a suonare La Paloma. Poi si fermò a chiedere: «Va bene? Vi piace?».

Alec annuì e gli fece cenno di continuare, e Mendoza sospirò e si abbandonò al bacio. Fili d’erba verde presero a crescere nelle fessure del marciapiede, puntando verso il sole. L’uomo ricominciò a suonare, lento e appassionato. Le note riecheggiarono per tutto il lungomare.



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